Investigatore Privato Daniele Sbrollini
Investigazioni in Italia e all’estero

Investigatore Privato per casi di droga e alcol

Investigatore Privato per casi di droga e alcol

La Cocaina

In oltre trent’ anni di professione di Investigatore privato ho svolto indagini in molti casi riguardanti il dramma della droga ed in particolare quello della cocaina. Ho partecipato a diversi convegni e meeting tenuti da esperti in psicologia e tossicologia che mi hanno permesso di capire meglio il modo in cui questa droga produce i suoi effetti “piacevoli” e la ragione per cui provoca una forte dipendenza.

Gli effetti avvengono sulle strutture profonde del cervello. Uno dei sistemi neurali che sembra siano più interessati dalla cocaina trova origine in una regione molto profonda del cervello chiamata “area ventrale del tegmento”. Le cellule nervose che partono da da questa area si estendono alla regione conosciuta come “Nucleus accumbens”, una delle aree chiave del piacere nel cervello.

La cocaina ha l’effetto di bloccare l’eliminazione della dopamina dalla sinapsi provocandone l’accumulo. La conseguente stimolazione continua dei neuroni è all’origine dell’euforia riferita dai consumatori. L’uso continuo di cocaina crea tolleranza e quindi la persona che la assume ha bisogno di dosi sempre maggiori e frequenti per ottenere lo stesso effetto.

Da recenti ricerche si è dimostrato che durante il periodo di astinenza da cocaina, il ricordo dell’euforia associata al consumo può causare il desiderio incontrollabile di assumerla anche dopo lunghi periodi in cui non è stata consumata. Gli effetti a breve termine della cocaina si manifestano quasi subito dopo l’assunzione e la durata varia da alcuni minuti ad alcune ore.

Chi fa uso di cocaina in dosi ridotte (fino a 100 milligrammi) si sente euforico, pieno di energia, disposto alla conversazione, attenti alle sensazioni visive, uditive, tattili. Se le quantità utilizzate superano i 100 milligrammi gli effetti si intensificano e possono provocare comportamenti inusuali e violenti. I consumatori possono provare tremori, vertigini, spasmi muscolari, paranoia e, dopo successive assunzioni, reazioni tossiche simili a quelle prodotte dall’avvelenamento da anfetamina.

Tra gli effetti a breve termine della cocaina si segnalano la riduzione della percezione del rischio che può originare comportamenti pericolosi per il consumatore stesso e per la salute di terzi (ad esempio guida pericolosa). Alcuni utilizzatori riferiscono di sentirsi irritabili, agitati e di soffrire di ansia.

I decessi per cocaina

In rari casi l’uso di cocaina per la prima volta può provocare una morte improvvisa. I decessi per cocaina sono provocati generalmente da arresto cardiaco o da convulsioni causate da blocco respiratorio. Gli effetti a lungo termine dell’uso di cocaina provoca una forte assuefazione dal quale è molto difficile controllarne e limitarne l’uso.

Si ritiene che la dipendenza da questa sostanza e i suoi effetti stimolanti siano il risultato della sua capacità di impedire l’assorbimento della dopamina da parte delle cellule nervose e di provocarne, quindi, un accumulo nell’organismo. Il cervello produce dopamina come sistema di gratificazione e il funzionamento di molte droghe dipende direttamente o indirettamente dalla maggiore o minore presenza di questa sostanza nell’organismo.

La cocaina può inoltre provocare una considerevole tolleranza in chi la assume tanto che molti tossicodipendenti riferiscono di non riuscire a provare le stesse sensazioni di piacere dopo un uso continuato. Allo stesso tempo, alcuni individui possono sviluppare nel tempo una maggiore sensibilità agli effetti anestetici e convulsivi di questa sostanza, tanto da provocarne la morte dopo l’assunzione di quantità relativamente piccole. I dati sul consumo di cocaina rivelano che circa l’8% di ragazzi tra i 15 e i 16 anni che ha provato la cocaina almeno una volta e ben il 32% per cento sono quelli che sanno dove procurarsela.

La “neve”, considerata fino a qualche anno fa una droga d’élite, è oggi diffusa tra tutti i ceti e a tutte le età. Negli ultimi due anni ne sono stati sequestrati 6.000 kg ma ciò che finisce in mano alle forze dell’ordine è solo il 10-15% per cento di quanta ne circola realmente. Presa da sola o assunta insieme ad altre droghe, la cocaina è comunque pericolosissima.

Per morire non c’è bisogno di un overdose: può essere fatale indipendentemente dalla quantità assunta. Perché può provocare improvvisi infarti, ictus, arresti cardiaci, edemi polmonari. Ma i danni all’organismo a breve e lungo termine sono tanti.

Svolgendo la professione di investigatore privato ho avuto modo di conoscere i vari modi con cui viene chiamata: barella, bamba, piscia di gatto, nasella, signora bianca, la bianca nasca, bambella, buona, cocaina sasso, freebase, crack, ritalin, ritaline, coca scoglio, scoglio sasso, cocaina rosa, coca rosa.

La cocaina fa aumentare la pressione sanguinea e accelera la frequenza cardiaca, in diversi casi si è giunti a gravi aritmie o all’infarto del miocardio. Gli alcaloidi contenuti nelle foglie di coca, inoltre, agiscono sulle terminazioni nervose interferendo con il metabolismo della Dopamina; questo neurotrasmettitore è coinvolto nella capacità di concentrazione, nella percezione delle gratificazioni e nell’attivazione dell’individuo.

Il cocainomane cronico

Nel caso si abbiano dei dubbi, rivolgersi ad un Investigatore privato da la possibilità al familiare di capire se si tratta di un uso massiccio e prolungato di coca che inevitabilmente comporta nel soggetto (cocainomane cronico) l’insorgere delle seguenti caratteristiche: colorito pallido, occhi incavati, tremore alle estremità degli arti e delle labbra, pupille dilatate, stato di dimagrimento, insonnia alternata a sonnolenza, incubi ed allucinazioni.

I danni fisici provocati dallo sniffare la cocaina sono il danneggiamento dei tessuti interni e dei capillari del naso, una sensibile diminuzione della capacità olfattiva, problemi al setto nasale (frequenti perdite di sangue, ulcere, etc..). Fumare la cocaina espone le prime vie respiratorie ed i polmoni al contatto con vapori caldissimi (oltre che con le sostanze contenute nel ‘taglio’) con conseguenti danni ai tessuti.

A lungo andare questi danni possono ripercuotersi negativamente sulla funzionalità polmonare in maniera anche seria (asma, maggiore esposizione a patologie delle prime vie respiratorie, difficoltà respiratorie, etc…). Le iniezioni causano danni alla pelle e alle vene (ulcere, ascessi, collassi dei vasi sanguigni, etc…) e, se le condizioni igieniche non sono soddisfacenti, possono portare anche ad infezioni gravi (tetano, setticemie, endocarditi). Inoltre bucarsi aumenta notevolmente l’effetto. Spesso chi si buca prova un flash subito dopo l’iniezione che dura qualche minuto seguito da una voglia incontenibile di ripetere l’iniezione e più tardi da una depressione totale (down).

La cocaina presa per vena è la droga più devastante, le conseguenze fisiche e psichiche sono tremende. Nel corso delle mie indagini e investigazioni private ho avuto modo di constatare i danni psichici causati dalla cocaina.

Essi si rivelano soprattutto a livello della psiche ed è la responsabile di alcune forme depressive che necessitano di anni per guarire. Un consumatore di coca deve fare i conti con una progressiva modificazione dei tratti della personalità in senso paranoideo: prevale il sospetto, l’irritabilità, la sensazione di ambiente ostile, fino, talvolta, al vero e proprio delirio paranoide.

Del resto, tutto ciò è chiaramente intuibile se si pensa all’azione della cocaina sui neuroni. La droga, infatti, blocca il riassorbimento di noradrenalina e dopamina, causando un eccesso della disponibilità di queste sostanze eccitanti, che possono alterare il funzionamento del cervello, facendo comparire disturbi spesso non distinguibili da quelli causati da una psicosi. Il cocainomane si sente ossessionato, è convinto di essere spiato, perseguitato, il tono dell’umore è depressivo, in certi casi allucinazioni (tipica la percezione di cimici che corrono sulla pelle, le “cocaine bugs” o allucinazioni visive denominate “bagliori della neve”).

I miei clienti, spesso genitori di figli giovanissimi nel corso dei colloqui nella mia genzia investigativa mi riferiscono di attacchi di panico e uno stato di profonda depressione che può durare anche alcune settimane. Spesso il soggetto finisce nei guai perchè il suo comportamento incongruo o aggressivo lo mette in situazioni pericolose che spesso si concludono con l’arresto. E’ il “paradosso della cocaina” il fatto che ciò che è cominciato come ricerca di uno stato di euforia, inevitabilmente finisca in disforia, depressione e paranoia.

Intossicazione da cocaina

La cocaina è il principale alcaloide estraibile dalle foglie di erytroxylon, nelle quali essa è presente in concentrazione variabile dallo 0,5% all’ 1%  insieme ad altri alcaloidi. La cocaina base si presenta sotto forma di prismi romboidali, bianchi, con punto di fusione a 89°C, facilmente solubile in  alcol e in genere nei solventi organici, etere, cloroformio. Usata in terapia come anestetico locale, è ormai stata pressoche completamente sostituita  da prodotti di sintesi la cui tossicità è in genere inferiore a quella della cocaina .a.

Essi presentano inoltre il vantaggio di non possedere azione  stupefacente e quindi di non dare origini a condotta tossicomaniaca. Nei soggetti dediti alla droga l’assunzione avviene generalmente per  aspirazione dei cristalli attraverso il naso, tale modalità di assunzione produce, a causa della intensa azione irritante locale della cocaina, lesioni delle  mucose nasali che possono giungere sino alla ulcerazione e alla perforazione del setto nasale. 

La cocaina assorbita subisce a livello epatico una notevole demolizione che riguarda oltre la metà della dose introdotta, l’eliminazione  avviene attraverso le urine in un periodo che può andare dalle 6-7 ore a due giorni e oltre. L’azione farmacologica della cocaina si manifesta  attraverso  due tipi di effetti: il primo, locale, di anestesia, dovuta alla capacità dell’ alcaloide di bloccare la conduzione nervosa; il secondo di stimolazione del  sistema nervoso.

Quest’ultimo è caratterizzato da una fase euforica con esperienza di benessere interiore, ideazione rapida, vivacità delle percezioni  e dell’ immaginazione, accompagnata da loquacità e da impostazione espansiva dei sentimenti cui fa seguito la fase dell’ebrezza. In quest’ultima si  hanno per lo più ansia, iperestesia emotiva, illusioni, nei casi più gravi insorgono allucinazioni.

A questa segue comunemente una fase depressiva  con astenia, abulia e talora stupore. in alcune forme di intossicazione acutissima la cocaina manifesta una sua specifica tossicità sul miocardio  provocando la morte pressoche immediata per arresto cardiaco. L’intossicazione cronica passa attraverso tre stadi, lo stadio euforico, nel quale il  quadro è simile a quello descritto per l’intossicazione acuta: il malessere che segue alle singole assunzioni dosi ulteriori.

Più o meno rapidamente si  instaura lo stadio dell’allucinosi con falsamento illusorio delle percezioni, pseudoallucinazioni (voci interne, eco del pensiero, furto del pensiero) o vere  e proprie allucinazioni visive e soprattutto tattili (delirio dermatozoico).

La sindrome allucinosica si accompagna a una impostazione ansiosa  dell’umore con tendenza alle reazioni di spavento- difesa che spesso culminano in aggressioni verso i presunti persecutori o in azioni suicidarie. La  fase terminale è caratterizzata da grave decadimento somatico e, sul pianopsicopatologico, dal deterioramento di tipo organico della personalità con apatia, improduttività, grave decadimento etico, pervertimento dell’istinto sessuale.

La dose minima letale per cocaina, quando assorbita attraverso la  mucosa, si aggira per un uomo adulto intorno ai 500mg; alcuni soggetti cocainomani, tuttavia possono assumere fino a 4 g di cocaina al giorno. La  ricerca della cocaina si effettua prevalentemente nel sangue e nell’urina, ultimamente anche con dei test rapidi; in alcuni casi si può eseguire anche su muco nasale prevalentemente con  un tampone. 

Hashish

La mia personale statistica di investigatore privato che opera da trenta anni conferma che una persona su sette che saltuariamente fuma una canna diventa dipendente. L’abuso di hashish può manifestare malattie mentali anche sei anni prima rispetto ai non utilizzatori.

La Società Italiana di Psichiatria ha presentato studi e statistiche sul consumo della cannabis, illustrando i danni provocati da questa sostanza. I giovani, soprattutto di sesso maschile, che fumano abitualmente e continuamente cannabis, possono più facilmente manifestare comportamenti antisociali, aggressivi e violenti che possono sfociare in schizofrenia”.

L’abuso di cannabinoidi “può avere effetti devastanti anche a livello dell’area cerebrale, soprattutto durante l’adolescenza. I ragazzi dai 12 ai 19 anni hanno una sensibilità doppia a queste sostanze a causa della morfologia del loro cervello: durante questo periodo, infatti, avviene la formazione definitiva dell’encefalo”. Ecco la spiegazione scientifica: “La loro maggiore reazione a sostanze di abuso è dovuta alle dimensioni maggiori del “nucleo accumbens”, cioè della corteccia cerebrale due volte superiore a quella degli adulti e una volta e mezza a quella dei bambini.

Si tratta di un’area minuscola ma fondamentale per l’azione delle droghe”. Droghe sempre più pericolose e sempre più economiche: i prezzi in Europa sono scesi del 30% dal 1999 al 2020 mentre la potenza è aumentata di circa il 30-35%. Lo skunk, una sorta di super-spinello con una concentrazione del principio attivo di Thc fino al 25%, contro il 4% delle “classiche” canne.

In Europa i consumatori sono circa 23 milioni e che tredici milioni ne abbiano fatto uso nell’ultimo mese. Un consumatore su quattro è uno studente di 15-16 anni, percentuale che accomuna l’Italia a Germania, Paesi Bassi, Slovenia e Slovacchia. La maggior parte dei consumatori dichiara di aver cominciato a usare la cannabis proprio quando faceva parte delle fasce di età più giovani: in particolare, il 37% ha provato per la prima volta l’hashish prima dei 15 anni.

Attenzione però a fare la differenziazione tra droghe leggere e pesanti, sostanze più o meno pericolose, perchè tale valutazione va affrontata distinguendo tra persone adulte e sviluppate rispetto ad adolescenti il cui sistema nervoso centrale è ancora in evoluzione.

Chi fuma più di 40 spinelli all’anno ha un rischio 10 volte superiore di sviluppare una malattia mentale, in particolare di diventare psicotico. Poi, il consumo di cannabis determina un abbassamento delle difese immunitarie provocando una più elevata frequenza di Hiv ed epatite”.

Crack

Nel corso dello svolgimento di investigazioni private su mandato dei genitori, ho avuto modo di accertare che negli ultimi anni si sta diffondendo l’uso di una particolare  forma di cocaina (crack). Quest droga è facilmente vaporizzabile e quindi fumabile. Nei polmoni si liberano grandi quantità in tempi strettissimi di princio attivo con notevole intensità degli effetti psichici. Il crack è cocaina quasi pura.

Anfetamine

Un altro dato in crescita che ho potuto riscontrare nel corso delle investigazioni svolte è quello delle assunzioni di anfetamina per via orale. Gli studiosi riferiscono che il composto compare rapidamente nel sangue, ove raggiunge la sua massima concentrazione entro un’ora. Circa il 50% della dose introdotta viene metabolizzato a livello epatico mentre la restante aliquota viene eliminata tal quale attraverso le urine, nelle quali le anfetamine compaiono dopo circa mezz’ora dall’assunzione.

La eliminazione, particolarmente intensa entro le prime 48 ore, si prolunga nel tempo permettendo la ricerca di tale sostanza anche dopo 5-6 giorni. Se introdotte nell’organismo umano inducono per la loro azione di stimolazione sul sistema nervoso centrale e in particolare sulla corteccia, una esaltazione dell’umore, un aumento dell’attenzione, dell’iniziativa della capacità di concentrazione, con un conseguente stato psichico di soddisfazione e di euforia. Ma l’effetto più caratteristico consiste nella riduzione della sensazione della fatica e nella conseguente iperattività motoria.

Tale effetto induce il soggetto a un artificioso aumento delle prestazioni fisiche, fino a superare le sue reali possibilità di resistenza allo sforzo. E’ questo il caso del cosiddetto doping o drogaggio, pratica usata nell’ambiente sportivo per esaltare le possibilità agonistiche dei partecipanti a gare o competizioni.

L’uso di anfetamina allo scopo di aumentare la performance degli atleti conduce a un duplice effetto nocivo: da un lato il collasso fisico a seguito dello sforzo eccessivo che si verifica non appena è cessato l’effetto della sostanza; dall’altro la necessità di aumentare progressivamente la quantità di anfetamina in conseguenza dell’ istaurarsi di fenomeni di assuefazione, che portano all’assunzione di quantità anche letali.

L’anfetamina per la sua facilità di somministrazione e per la sua rapidità di azione è da considerarsi la maggiore responsabile dell’istaurarsi della pratica del doping.

Nell’intossicazione acuta la sintomatologia è caratterizzata da cute fredda e pallida, ricoperta da sudore gelido, faccia ansiosa con occhi incavati e naso affilato, secchezza delle fauci , evidente cianosi delle mucose e del letto ungueale, polso piccolo, frequente, talora ritmico, difficoltà respiratoria, nausea, ipertensione, ipereflessia. L’abuso prolungato di anfetamine produce una spiccata tendenza alle aggregazione e al comportamento violento.

L’alcolismo

Sono sempre più frequenti i casi in cui un genitore si rivolge ad un investigatore privato per verificare se il figlio fa uso di alcool. L’etilismo acuto e cronico ha notevoli riflessi sociali, sia per danno che arrecano all’individuo, alla prole, con ripercussioni sia nell’ambiente familiare e in quello comunitario in genere.

Questo spiega perché varie norme giuridiche mirano a prevenire e a reprimere tali stati di intossicazione: il codice penale con gli articoli 91,92,94,95,219,221,222,234,686, e 691; le leggi di pubblica sicurezza con gli art.153 del testo unico e 272-275  del regolamento; le leggi sanitarie con gli art.242,251 e 252 del testo unico; il codice della strada con l’ art. 186. L’art. 139 del codice militare di pace (ubriachezza in servizio), l’art.134 del codice militare di guerra ( ubriachezza procurata per sottrarsi al servizio), l’art.1120 del codice della navigazione (ubriachezza non accidentale del comandante della nave o di aeromobile).

L’alcol etilico è un liquido incolore, assieme all’alcol metilico e agli alcoli con numero superiore di atomi, fa parte del gruppo degli alcoli alifatici. Esso può essere ottenuto per sintesi a partire dall’acetilene, ma più comunemente viene prodotto per fermentazione degli amidi e degli zuccheri.

I prodotti naturali di fermentazione sono rappresentati principalmente dai vini e dalla birra, nei quali la quantità di alcool etilico non supera il 22% in volume; e nella birra il contenuto di alcool varia tra ilo 4 e il 18%. L’alcool etilico assunto per via orale, viene assorbito a livello gastrico e nel primo tratto dell’intestino tenue con una velocità che dipende da diversi fattori:

  1. tenore in alcool della bevanda assunta: quanto maggiore è la percentuale di alcool in essa contenuta tanto più rapida è la velocità di assorbimento; per concentrazioni alcooliche superiori al 50% si può riscontrare, tuttavia, una minore velocità di assorbimento, fenomeno che viene attribuito all’azione irritante dell’alcool sulla mucosa con conseguente spasmo pirolico;
  2. quantità di alcool assunto: per quantità inferiori a 1,6 g/kg di peso corporeo la velocità di assorbimento risulterebbe più lenta;
  3. condizioni di ripienezza dello stomaco: a stomaco pieno l’assorbimento è più lento e dipende inoltre dalla natura del materiale alimentare presente ( gli amidi e i grassi rallentano notevolmente l’assorbimento dell’alcool9. A stomaco vuoto in circa un’ora avviene l’assorbimento fino al 94% dell’alcool introdotto e l’assorbimento si completa di norma entro 2-3 ore; qualora lo stomaco contenga una notevole quantità di materiale alimentare semifluido o acquoso, la fine dell’assorbimento può essere protratta di un ora o anche più.

Il sangue contiene normalmente non più dello 0,002% di alcool etilico, che proviene dal metabolismo dei carboidrati. A seguito dell’assunzione di bevande alcooliche i livelli ematici dell’alcool etilico si modificano nel tempo con un andamento che dipende dalla velocità di assorbimento e quindi, come abbiamo visto, dalla natura della bevanda, dalla dose, dallo stato di ripienezza dello stomaco.

L’ alcool etilico viene classificato tra i farmaci che deprimono il sistema nervoso centrale; esso agisce inizialmente sui centri superiori e successivamente con l’aumentare della concentrazione, estende la sua azione anche sulle regolazioni neurovegetative.

A tale sua caratteristica “deprimente” è da attribuire la falsa azione stimolante, la quale è invece da riferire al blocco dei sistemi inibitori. Per assunzione di modifiche di alcool si possono osservare uno stato di euforia, una lieve incoordinazione motoria, un ritardo dei tempi di reazione; in soggetti con un tasso alcool emico di circa lo 0,15% se astemi e dello 0,55% se forti bevitori si riscontra una diminuzione dell’acutezza visiva; mentre per un tasso dello 0,35 circa si può già osservare una diminuzione della capacità alla guida di autoveicoli; buona regola è quella di non fare uso di bevande alcooliche quando si assume la responsabilità della guida di un automezzo.

L’Investigatore Privato Daniele Sbrollini è in possesso di regolare licenza rilasciata dalla Prefettura di Macerata anche per lo svolgimento di investigazioni private in ambito familiare anche per accertare l’eventuale uso di droga da parte dei giovani.

La nostra agenzia investigativa è organizzata per svolgere i servizi inerenti i problemi di droga in tutta Italia e considerata la posizione geografica della sede legale dell’istituto, riusciamo ad attivarci in poco tempo nelle città di Macerata, Civitanova  Marche Fermo, Jesi, Fabriano, Tolentino, Recanati, Montegranaro, Falerone, Ascoli Piceno, San Severino Marche, Fabriano, Matelica, Foligno, Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio.

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